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Indicatori ESG - Gli interessi USA anti ESG

L’inclusione dei fattori ESG è diventata argomento di scontro politico tra Repubblicani e Progressisti liberal negli Stati Uniti. Il fronte anti-ESG, dopo ripetute azioni da parte dei Repubblicani di vari stati americani, ha quasi conquistato una vittoria significativa.

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Nel marzo 2022, i legislatori conservatori hanno approvato una misura anti-ESG al Congresso, nonostante il Senato sia controllato dai Democratici, che mirava ad annullare una nuova legge del Dipartimento del Lavoro (DoL) che ha facilitato i gestori dei piani pensionistici a considerare i fattori ESG nelle loro decisioni di investimento. Questa misura è sostenuta dall’amministrazione Biden, che si impegna a eliminare le restrizioni agli investimenti sostenibili imposti dalla presidenza Trump.

L’impegno di Biden e dei suoi, è però ostacolato dai Repubblicani, che si sono fortemente impegnati a limitare gli investimenti responsabili, con proposte legislative e attacchi diretti ai player della finanza “colpevoli” di sostenere i principi di investimento responsabile.

Per fermare questo movimento anti-ESG, Biden ha dovuto ricorrere al suo primo veto presidenziale.

Ma come si è arrivati a questa situazione?

L’APRIPISTA DEL MOVIMENTO

Gli ESG sono finiti nel mirino di alcuni politici repubblicani, a causa del grande successo riscosso nel settore degli investimenti, accusati di “essere al servizio di un’agenda ideologica woke”  (idee dell’area più a sinistra dei democratici).

Il Governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, ha deciso di proporre un limite agli investimenti del fondo pensione dello stato contro “l’agenda ideologica del movimento ESG”.

Ad agosto, la proposta di DeSantis è stata adottata dallo State Board of Administration, e con essa si fa divieto di considerare gli interessi sociali, politici o ideologici quando si prendono decisioni di investimento. I gestori devono investire dando priorità al più alto ritorno sugli investimenti per i contribuenti: è loro vietato sacrificare il rendimento o assumere rischi aggiuntivi per promuovere eventuali fattori non pecuniari.

IL PRIMO SEGUACE ANTI-ESG

Il Texas Comptroller, Glenn Hegar, ha pubblicato una black list di 10 società finanziarie (tra cui Blackrock e Credit Suisse) e 318 fondi d’investimento a cui impedire di fare affari con lo stato, poiché accusati di boicottare le compagnie energetiche. Questo divieto è stato successivamente esteso anche a entità governative statali.

Questo elenco è stato pubblicato a seguito di una “legge anti-ESG” pubblicata nel 2021, che ha imposto a fondi pensione e school fund di disinvestire dalle azioni di società che “boicottano le aziende energetiche”.

Da alcuni studi, però, è emerso che un numero significativo di investimenti presi di mira dalla legge anti-ESG non ha una vera attenzione ambientale, sociale o di governance: il 14% dei 318 fondi elencati dal Texas Comptroller non si qualifica come ESG e quasi il 40% dei nomi nella lista investe nell’industria petrolifera e del gas che è accusato di boicottare.

Alcune società di gestione patrimoniale e dei fondi denunciati da Hegar come “crociati ambientali” sono criticate dagli attivisti per il clima per il loro sostegno al settore dei combustibili fossili.

Quindi, che cos’è che i gestori e i fondi finiti nella black list stanno davvero boicottando?

Di sicuro, non le società energetiche.

SEMPRE PIÙ SOSTENITORI

Blackrock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha subito gravissimi disinvestimenti, primo tra tutti quello annunciato dal tesoriere dello Stato della Louisiana, John M. Schroder, di 794 milioni di dollari.

La colpa del gestore è stata quella di esortare le aziende a strategie di investimenti ESG net zero, che danneggerebbero l’industria dei combustibili fossili, parte vitale dell’economia in Louisiana. La medesima azione di disinvestimento è stata intrapresa anche dai seguenti Stati: South Carolina, Arkansas, Alabama, Alaska, Florida, Georgia, Idaho, Indiana, Iowa, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, New Hampshire, Ohio, Oklahoma, South Carolina, North Dakota, South Dakota, Tennessee, Utah, Virginia, West Virginia e Wyoming.

Nel gennaio 2024, una coalizione di 25 procuratori generali repubblicani ha citato in giudizio l’amministrazione Biden con il fine di bloccare una regola del DoL sugli investimenti ESG nei piani pensionistici del settore privato. La norma Prudence and Loyalty in Selecting Plan Investments and Exercising Shareholder Rights ha rimosso le restrizioni imposte dall’amministrazione Trump e ha facilitato, da parte dei manager dei conti pensionistici, la presa in considerazione dei cambiamenti climatici e di altri fattori ambientali, sociali e di governance nella selezione degli investimenti e nel voto per delega. I querelanti accusano la violazione delle leggi delineate nell’Employee Retirement Income Security Act del 1974: la denuncia sostiene che la nuova regola ESG “renderebbe più facile per i fiduciari agire con motivi contrastanti” e “più difficile per i beneficiari sorvegliare la loro condotta”. La battaglia è stata portata avanti dai Repubblicani su due fronti: in tribunale e in Congresso, ottenendo la prima vittoria contro gli investimenti sostenibili con il voto passato alla Camera e al Senato.

Tuttavia, questo voto è stato fermato dal veto presidenziale, che è riuscito a evitare, per il momento, una nuova stretta sugli investimenti ESG.

GOP VS ESG

Nel febbraio 2024 i deputati della Gop hanno creato un gruppo di lavoro ad hoc nella House of Representatives, con il fine di controllare l’uso dei fattori ESG negli investimenti a livello federale.

Il deputato Bill Huizenga, a capo del nuovo comitato, si è posto l’obiettivo di coordinare l’approccio dei Repubblicani alle proposte ambientali, sociali e di governance, per combattere la “minaccia ai mercati dei capitali e agli interessi finanziari degli investitori”.

Questa task force si è impegnata a svolgere una “rigorosa supervisione dell’amministrazione Biden”, oltre che valutare una serie di disegni di legge contro la considerazione dei fattori ESG nel processo di investimento. La loro campagna si concentrerà sulla materialità, sui rischi climatici e sociali, sul voto per delega, sul ruolo delle società di consulenza, sulle collaborazioni di investitori su questioni di sostenibilità e ovviamente sul disinvestimento dai combustibili fossili.

Anche la SEC – Securities and Exchange Commission – è finita nel mirino del gruppo di lavoro ESG. A seguito della Enhancement and Standardisation of Climate-Related Disclosures for Investors, le società quotate in borsa devono comunicare agli investitori in che modo le loro operazioni influenzano il clima e contribuiscono alle emissioni di carbonio.

La SEC è stata accusata di essere andata oltre i limiti del suo mandato e di promuovere un’agenda sociale e politiche climatiche progressiste, a discapito degli interessi degli investitori.

CONCLUSIONI

L’ultima mossa del governatore della Florida è stata quella di formare un’alleanza di 19 Stati, con il fine di contrastare “l’agenda ambientale, sociale e di corporate governance di Biden” e di “proteggere le persone dal movimento ESG”.

Chissà quali altri provvedimenti saranno presi, per tutelare gli interessi degli investitori e sostenere il settore dei combustibili fossili.

Purtroppo, dobbiamo constatare che la guerra americana sugli ESG è solo all’inizio.

 

Source: ESG Business Review, Marzo 2023, Anno V

 

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